Gazzelle, scadenze e incombenze

Ovvero: la corsa contro il tempo

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Caro Diario, ti scrivo in ritardo rispetto alla tabella di marcia che mi ero prefissata.
Il tempo per fare le cose che vorrei fare è sempre troppo poco. 
Spesso mi sento come la gazzella del film di Aldo, Giovanni e Giacomo, ti ricordi? quella che la mattina si sveglia e non sa se sopravviverà, ma sa che se vuole sopravvivere deve CORRERE. Altrimenti il leone la mangia. Così è la vita.
E così, come la gazzella, io corro e rincorro scadenze e incombenze. Le scadenze importanti e gli appuntamenti di lavoro per me sono legge e non sono mai arrivata in ritardo. Su tutto il resto ho ancora molto da imparare e sono spesso in affanno.

Per gestire il mio lavoro di ricercatrice e progettista insieme agli impegni di Policromi e a quelli personali ho due agende sempre in borsa, un quaderno pieno di liste di cose da fare, un’agenda da scrivania e un calendario. Ma tutto questo non basta. Ho imparato ad essere molto organizzata e a gestire tanti progetti contemporaneamente ma molto spesso basta un imprevisto e sono costretta a lavorare anche di notte e nei weekend. Inoltre non ho mai tempo per me, per i miei amici e per quello che mi piace fare.

Per provare a migliorare questa situazione la scorsa settimana ho fatto un workshop molto interessante sulla gestione del tempo. Lo hanno organizzato Simona Rosati (psicologa e psicoterapeuta) e Daniela Cadeddu (trainer specialist e facilitatrice) durante l’incontro mensile della Rete al femminile. L’ho messo in agenda e mi sono regalata il tempo di andarci. E ho fatto bene.
Si è parlato di tante cose in modo ironico e produttivo, c’è stato tempo per ridere, riflettere, fare networking nella dolcissima cornice della gelateria Splash. Sono uscita di lì piena di stimoli a migliorare e con la consapevolezza che il tempo si potrebbe gestire meglio. Inoltre sono tornata a casa rincuorata dal fatto che il problema della gestione del tempo è condiviso da un grandissimo numero di freelance.
Proprio per questo ho pensato che potrebbe essere utile condividere qui alcuni spunti di riflessione e qualche consiglio che ho appreso, magari potrebbero servire ai nostri coworker o ai freelance che ci seguono:

  • Per raggiungere grandi obiettivi bisogna procedere a piccoli step. Questo è un concetto che già conoscevo ma è importante ricordarlo ogni giorno, altrimenti ci si sente sopraffatti e non si conclude niente.
  • Quando pianifichi, pianifica sempre mezz’ora di problemi al giorno (io aggiungerei anche un giorno di “risoluzione problemi” al mese). Questo significa fare pace col fatto che è inutile organizzare le giornate incastrando ogni momento con mille impegni, perché poi capitano sempre gli imprevisti che ti fanno saltare una tabella di marcia così serrata. E quando salta la tabella di marcia ci si sente demoralizzati e si produce ancora meno. È quindi una buona abitudine prevedere che non tutto potrà andare liscio. Questo non vuol dire essere pessimisti, ma organizzati. Io ad esempio sto scrivendo in ritardo questa pagina di diario perché mia figlia è stata malata e per quanto abbia una rete di familiari che mi aiutano ho avuto la necessità di dedicarle più tempo. Avrei potuto metterlo in conto, perché siamo a febbraio e i bimbi piccoli in questo periodo si ammalano, non ci sono mix vitaminici che possano evitarlo.
  • Basta sensi di colpa. Anche questo è un concetto conosciuto, ma sentirselo dire da una psicologa fa bene, rincuora e fa venire voglia di andare avanti.

La lista di suggerimenti che ho avuto dal workshop è lunghissima ma non voglio svelarli tutti, molti segreti li lascio a chi vorrà frequentare il prossimo workshop che organizzeranno.

Aggiungo a quello che ho già scritto solo le riflessioni che ho fatto dopo aver svolto un esercizio che ci hanno dato. L’esercitazione consisteva nel dividere un foglio in quattro riquadri e inserire in ognuno le cose che si svolgono: le faccende urgenti e importanti, non urgenti e importanti, non importanti e urgenti, non urgenti e non importanti.

cose da fare
to do list

Questo esercizio lo avevo già visto in un articolo contro la procrastinazione letto al volo mentre procrastinavo qualcosa. Ma concedermi il tempo di soffermarmi a riflettere su quello che faccio e su dove colloco ogni attività mi ha permesso di fare molte riflessioni importanti. Ho scoperto che passo le giornate a fare cose urgenti e che dedico pochissimo tempo a fare le cose che considero veramente importanti, ma non così impellenti. Queste attività, a guardar bene, sono proprio le cose che mi fanno crescere e stare meglio. Per capirci fra le cose urgenti e importanti ci sono le incombenze lavorative e familiari, fra le cose importanti e non urgenti c’è il tempo per me, per gli affetti, per la progettazione, per i weekend in montagna e per le visite mediche di controllo.

Non mi dilungo ulteriormente. Consiglio questo workshop? Si, molto, non solo perché dà molti strumenti e stimoli per migliorare la propria gestione del tempo, ma soprattutto perché è un modo di concedersi del tempo per capire le proprie priorità e i propri obiettivi. Avere obiettivi chiari e una forte motivazione aiuta a rendere il tempo più produttivo e a non abbattersi davanti agli imprevisti. 

Caro Diario, concludo qui per oggi, su questo argomento ci sarebbe molto altro da dire ma io ho ancora una lista piena di cose da fare prima che finisca questa giornata. Ti lascio con un appuntamento: il 15 aprile la riunione mensile della Rete al femminile sarà da Policromi. La Rete è un network dedicato alle donne che lavorano in proprio, diffuso nelle principali province italiane e attivo sia online sia dal vivo, gli obiettivi della Rete al femminile sono: la condivisione, l’aggiornamento e il networking (obiettivi proprio in linea con quelli di Policromi) sono molto felice di ospitare qui tutte le libere professioniste della Rete e approfitto per invitare le donne che si sono incuriosite leggendo questo post alla riunione del 15 aprile da Policromi. È un’ottima occasione per conoscere la Rete, Policromi e le due professioniste che hanno organizzato il workshop di cui ho parlato. Tre piccioni con una fava, così non perdiamo troppo tempo!

Questo post è stato scritto da Sara Miscioscia

Ok, il prezzo è giusto?

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Caro Diario, Policromi ha compiuto un anno, lo ho già raccontato nell’ultimo post. Quello che non ti ho detto è che per festeggiare, invece di aprire le porte, abbiamo scelto di chiuderci. Ti spiego: è stato un anno così frenetico che sentivamo il bisogno di fermarci a riflettere, riprogrammare, discutere e chiacchierare. Oltre che brindare ovviamente. Una delle cose di cui abbiamo parlato, insieme alla programmazione e alla valutazione dei corsi, delle attività e delle prossime mostre da visitare, sono stati i prezzi. La questione è semplice quanto spinosa: sono giusti i prezzi che abbiamo?

Da quando abbiamo pensato di aprire Policromi ho scoperto il favoloso mondo del marketing, ho imparato a fare un business plan e a valutare variabili che prima nemmeno immaginavo. Ho capito che le spese sono sempre molte di più di quelle che si mettono a preventivo e ho capito che per stabilire il giusto prezzo di un servizio bisogna considerare le spese, ma anche la concorrenza e il target di riferimento.

Ma il motivo per cui abbiamo iniziato a parlare di prezzi non è perché stiamo guadagnando meno di quello che ci aspettavamo, anzi siamo molto contenti di come stanno andando le nostre attività. Il motivo per cui abbiamo discusso di questo argomento è perché siamo consapevoli che abbiamo prezzi bassi e siamo altrettanto consapevoli del fatto che troppo spesso tutti noi tendiamo a confondere il prezzo con il valore.

Il prezzo e il valore non sono la stessa cosa. Basta pensare al valore dell’acqua o dell’aria: quanto costano? Che valore hanno? Quanto saresti disposto a spendere per l’ultimo litro di acqua potabile se ti trovassi nel deserto? E questi concetti sono ancora più complessi se si considera anche il valore affettivo o le strategie di marketing. Pensiamo all’acqua firmata da Chiara Ferragni, un litro costa 8 euro, ad esempio. Ma non voglio divagare troppo, credo di essermi spiegata.

Tutti noi siamo consapevoli del fatto che il prezzo e il valore non siano i medesimi concetti. Eppure istintivamente tendiamo a pensare che se una cosa costa di più, vale di più. Questo vale per i capi di abbigliamento, per il cibo e per i servizi. Diciamoci la verità, se paghiamo 50 euro per un uovo al tegamino con sopra una spolverata di sale iodato, quest’uovo ci sembrerà sicuramente il migliore che abbiamo mai mangiato. Anche se poi probabilmente ci rimarrà l’amaro in bocca. Ma avevo promesso di non divagare più.

La domanda che ci siamo fatti è stata questa: è giusto continuare a fare prezzi bassi o sarebbe più conveniente alzarli? Riformulo meglio: se alzassimo i prezzi riusciremmo a comunicare più facilmente il nostro valore? Non c’è una risposta univoca a questa domanda.

Mantenere prezzi bassi è stata una scelta consapevole e ponderata. E sia ben chiaro, non è che siamo quel genere di persone che stanno sperimentando una nuova tecnica per vivere spendendo meno di 10 euro al mese. Mi piacerebbe avere molti soldi e saprei benissimo cosa farci. Eppure, considerando le spese che abbiamo e la qualità che vogliamo garantire, facciamo i prezzi più bassi possibili.

La nostra forza è il prezzo? Ecco questo è il punto. E questo è il motivo di tanta disquisizione. Noi non vogliamo puntare sul prezzo, quella che riteniamo essere la nostra forza è la qualità. Non ci interessa essere scelti perché costiamo meno, vogliamo essere scelti per la qualità dei servizi che offriamo. Non abbiamo gli spazi di un grande magazzino, siamo più come quei negozietti di lusso del centro storico dove quando entri ti fanno accomodare e ti offrono i cioccolatini. O forse no, io in quei negozi mi sento giudicata e squadrata e mi imbarazza entrarci. Policromi è quel posto dove ti offriamo i cioccolatini, ti facciamo seguire la lezione dei fotografi più bravi, organizziamo le visite gratuite alle mostre più belle, ma da Policromi non ti sentirai mai squadrato, giudicato o in imbarazzo. Da Policromi non giudichiamo dal conto in banca e tutti devono potersi permettere i nostri servizi. Questo perché siamo convinti che la formazione e un bel posto dove poter lavorare devono poterseli permettere tutti. Ecco perché abbiamo pensato di attivare le borse di studio, ecco perché realizziamo molte iniziative gratuite, ecco perché le scrivanie del coworking costano poco.

Tutto questo ci farà diventare ricchi? Non lo so. Quello che so è che questo primo anno trascorso da Policromi ci ha arricchito molto. Abbiamo capito che regalare un corso non è facile come si pensa, perché le persone sono convinte che cerchiamo qualcosa in cambio. Ma abbiamo anche capito che regalare un corso valido, offrire anche i cioccolatini, la penna e il quadernino per gli appunti, senza (assolutamente) volerti vendere una batteria di pentole, è bellissimo. Questa modalità ha fatto sì che gli studenti arrivassero ogni sera con cioccolatini e pasticcini. Il corso è diventato un’occasione per imparare, ma anche per condividere insieme momenti belli. A Natale abbiamo fatto un festa, abbiamo regalato libri, bibite e panettoni. In cambio abbiamo ricevuto pandori, spumanti e tantissimi sorrisi. Spesso i docenti dei corsi hanno regalato lezioni aggiuntive, poi grazie anche al lavoro fatto insieme abbiamo avuto studenti che hanno trovato lavoro e che hanno vinto premi. Questo, veramente, non ha prezzo. Per questo attribuiamo un valore altissimo a quello che facciamo, anche se abbiamo prezzi bassi. E per questo, per adesso e finché potremo permettercelo, continueremo così.

Fammi sapere cosa ne pensi, come fai a giudicare il prezzo e il valore di un prodotto o di un servizio?

Questo articolo è stato scritto da Sara Miscioscia

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